In sei mesi hanno chiuso 309 imprese | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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In sei mesi hanno chiuso 309 imprese

Romano (Confcommercio): «Perso un migliaio di altri posti di lavoro»

Siracusa, 15/07/2013

I saldi vanno decisamente male. Anzi, da noi vanno peggio che nella maggior parte delle altre province. Il calo delle vendite è stimato intorno al 20/25 per cento a fronte del 15 per cento della media nazionale.

Ma i problemi del commercio e dell'economia in generale in questo momento non sono solo i saldi che non riescono a far vendere qualche indumento o qualche paio di scarpe in più. Sono un malessere ben più profondo che può essere riassunto in una cifra: 309. È il numero delle imprese, non solo commerciali ma anche artigianali, che nei primi sei mesi di quest'anno hanno chiuso i battenti.

«Se un tale numero di attività imprenditoriali avesse chiuso i battenti in una metropoli come Milano - dichiara il presidente provinciale di Confcommercio Sandro Romano - si sarebbe potuto parlare di fenomeno fisiologico all'interno delle dinamiche economiche di un territorio. Ma da noi è un pezzo importante di economia che muore, sono un migliaio di posti di lavoro che si perdono. Anzi, altri mille che si aggiungono alle migliaia di altri che la crisi aveva già divorato».

Romano ricorda che questa, dati alla mano, è la provincia della Sicilia che ha pagato sin qui il tributo più alto alla grave flessione dell`economia. «Noi tendiamo a dimenticare in fretta le cose - afferma - e invece non dovremmo scordarci che oltre alle migliaia di posti di lavoro nell'edilizia e nella metalmeccanica, abbiamo perso anche la sede provinciale della Banca d'Italia, abbiamo perso importanti uffici di Enel e Telecom, ci siamo visti privare di treni e di servizi legati alla gestione delle ferrovie. E di questo passo, perseguendo la politica del carciofo, una foglia alla volta, è inevitabile che il territorio si impoverisce. E un territorio più povero avrà sempre meno da offrire: meno servizi significa scoraggiare gli investimenti e senza investimenti non c'è crescita».

Chi ci può salvare? La risposta più «gettonata» è: il turismo. Risorse, pubbliche e private, per fare decollare questo settore ce ne sono, ma per ora è tutto fermo: non vanno avanti i lavori per allargare le banchine del porto e consentire così l'attracco delle grandi navi da crociera; sono fermi i progetti dei porti turistici; è in sospeso il progetto per la costruzione di un resort di lusso alla Pillirina e di tutta una serie di strutture complementari. Eppure a tutti dovrebbe essere chiaro che sbattere in faccia la porta a chi ha soldi da spendere, sfuggendo ad ogni ragionevole confronto, significa autocondannarsi a un inevitabile declino.

Un declino che è già cominciato. «Pensare che nulla debba essere toccato, che tutto debba rimanere così com'è - afferma il presidente provinciale di Confcommercio - è un errore. Questi temi devono essere approfonditi responsabilmente. Noi lo diciamo da tempo. Se no non usciremo dalla mediocrità in cui ci troviamo e anzi rischiamo di perdere quel poco che abbiamo. Ora che si è chiusa la consueta florida parentesi delle rappresentazioni classiche al teatro greco, che ha portato in città migliaia di visitatori, le cose non vanno più bene come sino a qualche settimana fa.

Le prenotazioni alberghiere sono crollate e i segnali per il proseguo della stagione estiva non sembrano incoraggianti. La città non è più viva come nelle scorse settimane e tolti i locali che vanno per la maggiore molti ristoranti e pizzerie fanno pochi coperti. Insomma, tolti coloro che vengono a vedere le rappresentazioni classiche, non riusciamo ad attrarre tanti visitatori.

E la spiegazione è solo una: mancano i servizi. Che viene a farci un turista a Siracusa a pagare 100 se non 150 euro al giorno per una camera d'albergo, se non ha la possibilità di raggiungere agevolmente le località balneari o le altre località turistiche della provincia »? Conclude Romano: «Abbiamo bisogno di un'amministrazione comunale che abbia risorse da spendere ma che sappia anche fare quelle cose che non costano nulla ma sono fondamentali per la crescita della città come lo sportello unico per il rilascio delle autorizzazioni agli imprenditori. Così come abbiamo bisogno di imprenditori che facciano squadra e creino insieme quei servizi dai quali tutti loro possono trarre vantaggi ».

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