I saldi vanno decisamente
male. Anzi, da noi vanno peggio
che nella maggior parte
delle altre province. Il calo
delle vendite è stimato intorno
al 20/25 per cento a fronte
del 15 per cento della media
nazionale.
Ma i problemi del commercio
e dell'economia in generale
in questo momento non sono
solo i saldi che non riescono
a far vendere qualche indumento
o qualche paio di
scarpe in più. Sono un malessere
ben più profondo che
può essere riassunto in una cifra:
309. È il numero delle imprese,
non solo commerciali
ma anche artigianali, che nei
primi sei mesi di quest'anno
hanno chiuso i battenti.
«Se
un tale numero di attività imprenditoriali
avesse chiuso i
battenti in una metropoli come
Milano - dichiara il presidente
provinciale di Confcommercio
Sandro Romano -
si sarebbe potuto parlare di
fenomeno fisiologico all'interno
delle dinamiche economiche
di un territorio. Ma da noi
è un pezzo importante di economia
che muore, sono un
migliaio di posti di lavoro che
si perdono. Anzi, altri mille
che si aggiungono alle migliaia
di altri che la crisi aveva
già divorato».
Romano ricorda che questa,
dati alla mano, è la provincia
della Sicilia che ha pagato
sin qui il tributo più alto
alla grave flessione dell`economia.
«Noi tendiamo a dimenticare
in fretta le cose -
afferma - e invece non dovremmo
scordarci che oltre
alle migliaia di posti di lavoro
nell'edilizia e nella metalmeccanica,
abbiamo perso anche
la sede provinciale della Banca
d'Italia, abbiamo perso importanti
uffici di Enel e Telecom,
ci siamo visti privare di
treni e di servizi legati alla gestione
delle ferrovie. E di questo
passo, perseguendo la politica
del carciofo, una foglia
alla volta, è inevitabile che il
territorio si impoverisce. E un
territorio più povero avrà
sempre meno da offrire: meno
servizi significa scoraggiare
gli investimenti e senza investimenti
non c'è crescita».
Chi ci può salvare? La risposta
più «gettonata» è: il turismo.
Risorse, pubbliche e
private, per fare decollare
questo settore ce ne sono, ma
per ora è tutto fermo: non
vanno avanti i lavori per allargare
le banchine del porto e
consentire così l'attracco delle
grandi navi da crociera; sono
fermi i progetti dei porti turistici;
è in sospeso il progetto
per la costruzione di un resort
di lusso alla Pillirina e di tutta
una serie di strutture complementari.
Eppure a tutti dovrebbe
essere chiaro che sbattere
in faccia la porta a chi ha
soldi da spendere, sfuggendo
ad ogni ragionevole confronto,
significa autocondannarsi
a un inevitabile declino.
Un declino che è già cominciato.
«Pensare che nulla debba
essere toccato, che tutto
debba rimanere così com'è -
afferma il presidente provinciale
di Confcommercio - è un
errore. Questi temi devono
essere approfonditi responsabilmente. Noi lo diciamo da
tempo. Se no non usciremo
dalla mediocrità in cui ci troviamo
e anzi rischiamo di perdere
quel poco che abbiamo.
Ora che si è chiusa la consueta
florida parentesi delle rappresentazioni
classiche al teatro
greco, che ha portato in città
migliaia di visitatori, le cose
non vanno più bene come sino
a qualche settimana fa.
Le
prenotazioni alberghiere sono
crollate e i segnali per il
proseguo della stagione estiva
non sembrano incoraggianti.
La città non è più viva come
nelle scorse settimane e tolti i
locali che vanno per la maggiore
molti ristoranti e pizzerie
fanno pochi coperti. Insomma,
tolti coloro che vengono
a vedere le rappresentazioni
classiche, non riusciamo
ad attrarre tanti visitatori.
E la
spiegazione è solo una: mancano
i servizi. Che viene a farci
un turista a Siracusa a pagare
100 se non 150 euro al
giorno per una camera d'albergo,
se non ha la possibilità
di raggiungere agevolmente
le località balneari o le altre
località turistiche della provincia
»?
Conclude Romano: «Abbiamo
bisogno di un'amministrazione
comunale che abbia risorse
da spendere ma che sappia
anche fare quelle cose che
non costano nulla ma sono
fondamentali per la crescita
della città come lo sportello
unico per il rilascio delle autorizzazioni
agli imprenditori.
Così come abbiamo bisogno
di imprenditori che facciano
squadra e creino insieme
quei servizi dai quali tutti
loro possono trarre vantaggi
».