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Lunedì 29 Aprile 2024
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Camcom unificate. Siracusa vuole stare solo con Ragusa. Romano: «Non vogliono accettare il risultato»

La ferma reazione del Presidente di Confcommercio Siracusa, Sandro Romano, a proposito delle ultime vicende sull'unificazione delle Camere di Commercio di Ragusa, Siracusa e Catania.

Siracusa, 23/06/2016

«La Sicilia è sempre stata terra di sperimentazione socio-politica, ma oggi siamo veramente alla teoria dell'assurdo. Come spieghiamo alle aziende che una classe dirigente, anziché risolvere il problema del lavoro, sviluppando progetti innovativi o ancor meglio creando reti d'impresa per fronteggiare lo strapotere dei grandi gruppi internazionali, litiga per chi deve sedere sulle poltrone nonostante la chiarezza delle norme e delle regole?». È stranito, ma forse questa non è la parola giusta, il presidente provinciale di Confcommercio, Sandro Romano, quando parla di ciò che sta succedendo alla Camera di Commercio.

Prima la decisione di accorpare le Camere di Siracusa, Catania e Ragusa pur tra mille polemiche sulla gestione della procedura (Leggi Qui), poi l'improvviso stop alla scelta di andare con la provincia etnea (Leggi Qui) e di unirsi solo alla provincia a Sud. Infine, un incontro a sorpresa (almeno per qualcuno) con i deputati regionali e nazionali, martedì scorso. Assenti i dissidenti Confcommercio e Casartigiani, presenti i parlamentari che martedì prossimo saranno in commissione Attività produttive per perorare la causa della miniscissione con l'assessore Mariella Lo Bello.

«Sembrerebbe che persino la deputazione aretusea si è scomodata per chiedere a gran voce la fuoriuscita di Siracusa dalla mega Camera. Non si comprende cosa stia succedendo - sottolinea Romano - Una schizofrenia di massa sembrerebbe abbia colpito un ceppo etnico ben preciso che induce la gente a dire tutto il contrario di tutto. Tralasciamo volutamente che Siracusa non ha i requisiti per avere ancora la camera di commercio e che Ragusa non ha intenzione di uscire dall'accorpamento e di trasgredire le regole nazionali. Tuttavia, non possiamo non sottolineare una caduta di stile nei confronti di due associazioni come Confcommercio e Casartigiani, escluse deliberatamente dal dibattito con la deputazione, visto che anch'esse fanno parte del Consiglio camerale, evidentemente colpevoli di rivendicare una coerenza di azione a favore di quanto unanimemente già stabilito in sede camerale a Siracusa».

Sulla decisione della Camera di Commercio di Siracusa, presieduta da Ivan Lo Bello (che è anche presidente nazionale dell'Unione delle Camere di Commercio), di revocare l'adesione alla super Camera di Commercio che riunisce Catania, Ragusa e, appunto Siracusa viene contestata anche l'efficacia, considerato che l'unione delle tre Camere di commercio è già sancita da ministero e Regione e suggellata proprio dalla pubblicazione del decreto di attribuzione dei seggi. Inoltre, l'organo che ha deliberato questa decisione scadrà domani e quindi non avrebbe potuto assumere un atto di portata così straordinaria.

«L'assurdo della tesi di alcune associazioni di categoria consiste nel fatto che inizialmente l'accorpamento delle tre province andava a tutti bene, quando, invece, hanno verificato che avrebbero perso le poltrone occupate da anni, perdendo di fatto la gestione dell'aeroporto di Catania e di altri sottogoverni, hanno gridato allo scandalo e ai brogli - conclude Romano - Al di là delle modalità irregolari di tutta questa azione sostenuta da associazioni di fatto decadute dalla camera di commercio di Siracusa, che affronteremo nelle sedi opportune, rimane l'imbarazzo italiano, di vedere importanti associazioni gridare allo scandalo soltanto perché non è stata riconfermata loro la poltrona, soltanto perché hanno perso e non possono accettare il verdetto dell'arbitro. Un imbarazzo nei confronti delle sedi camerali di tutta Italia che hanno sempre guardato il nostro territorio con interesse produttivo. Inoltre, vivendo in uno Stato democratico, dove esistono tre gradi di giudizio, chi si sente realmente offeso può rivolgersi tranquillamente agli organi competenti e verificare gli eventuali brogli. È impensabile, invece, di dare questa immagine irrispettosa nei confronti dell'intera Sicilia soltanto perché non si riesce ad accettare una naturale e democratica sconfitta. L'assessore Lo Bello, infine, ha semplicemente applicato la legge, così come hanno fatto tutti i funzionari e commissari intervenuti in questi processi elettivi, tutto il resto è, e rimane, bramosia di piccolo quartierino».

Tanto che sulla vicenda in realtà si è già espresso il presidente della Camera di Commercio di Ragusa, Giuseppe Giannone, che ha definito questo tentativo di Siracusa di escludere Catania un gesto disperato, a poche ore dal commissariamento. Resta da capire cosa accadrà martedì, ma la corsa per restare in sella o acquisire poteri forti diventa sempre più aspra.

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