Non possiamo accettare il modus operandi della Pubblica Amministrazione, che esclude aprioristicamente il dialogo democratico tra le parti - afferma Alfieri, direttore della Confcommercio della provincia di Siracusa -, in modo particolare se la questione riguarda aumenti esponenziali dei tributi locali. Mi sto ovviamente riferendo alle tariffe del suolo pubblico, schizzate letteralmente alle stelle, con rincari fino al 200% previsti dal prossimo 1 giugno, stabiliti dalla Giunta recentemente.
Ma gli Amministratori hanno fatto proiezioni sugli effetti che queste decisioni hanno sulle imprese locali? Anche solo a livello di tempistiche, come si può senza un preliminare confronto con le parti coinvolte, stabilire ad anno in corso aumenti tali, che necessariamente influiranno - e pesantemente - sui bilanci delle tante imprese siracusane che subiranno tale decisione?
Agli imprenditori si chiedono non solo sacrifici, investimenti e coraggio, ma anche programmazione e professionalità, per dare del territorio tutto, una immagine quanto più attrattiva e seria possibile. E la Pubblica Amministrazioni li rispetta in questo modo?»
La Confcommercio non ci sta, perché conosce e rappresenta le molteplici difficoltà che le aziende affrontano in città, non lasciandole mai da sole, costruendo progetti concreti per un futuro più rispondente alle esigenze degli imprenditori, pianificando la formazione per migliorare i processi, garantendo le banche per gli investimenti delle aziende stesse. In sintesi: dando strumenti per far crescere tutta la comunità.
Probabilmente occorre ancora sottolineare, perché sembrerebbe non essere un concetto chiaro, benché dovrebbe essere molto semplice da comprendere e ricordare, cosa vivono oggi le imprese, in particolare i Pubblici Esercizi: aumento delle tasse e dei tributi senza avere servizi migliori che giustifichino gli aumenti, abusivismo soffocante e demotivante, traffico urbano incontrollato che blocca la vivibilità e la fruizione del territorio, burocrazia schizofrenica. Solo per citare alcune difficoltà.
«Sembrerebbe ci siamo abbandonati al fascino della perversa modernità fluida da quando Bauman l'ha coniata - sottolinea il direttore di Confcommercio Francesco Alfieri -, così, pensiamo che una democrazia non abbia bisogno dei corpi intermedi e di rappresentanza che i padri costituenti, invece, hanno cercato di inserire nella dialettica politica».
È chiaro che oggi la Pubblica Amministrazione deve gestire fatti complessi con poche risorse, tuttavia le scelte non possono essere solitarie, nascoste, mascherate dietro i tempi e le scadenze della burocrazia. Non è più possibile.
«Abbiamo bisogno di una reale pianificazione e programmazione delle attività produttive che ancora oggi rappresentano la vitalità delle città - conclude il direttore della Confcommercio -. Le aziende sono la luce delle piazze, delle vie, dei quartieri e abbiamo l'obbligo politico, sociale, economico e morale di preservarle poiché reale patrimonio dell'intera comunità». Le aziende attendono, già da tempo, risposte rapide da costruire insieme senza troppi giri di parole. Occorre sapere la volontà della Pubblica Amministrazione poiché non si possono avallare scelte non condivise.
Ecco la prima risposta che attendiamo:
«chiediamo, preliminarmente e con forza, che l'aumento del suolo pubblico venga revocato, in attesa di fare un incontro con le associazioni maggiormente rappresentative, affinché nel processo decisionale le esigenze del territorio giochino un ruolo importante».