Troppe spese e pochi affari, cè chi vuole mollare | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
Mercoledì 3 Luglio 2024
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Troppe spese e pochi affari, cè chi vuole mollare

Romano: «Almeno nove titolari di attività nel centro storico pronti a vendere o cedere la gestione»

Siracusa, 13/08/2012

Un momento così nero il commercio non lo viveva da tempo immemore. «Ricordo - afferma il presidente provinciale di Confesercenti Arturo Linguanti - che agli inizi degli anni Settanta ci fu anno in cui il comparto soffrì parecchio. Ma quello fu un problema passeggero. Adesso, invece, ci siamo infilati in una crisi dalla quale non sappiamo ancora quando e come usciremo». Nemmeno la stagione dei saldi ha ridato fiato alle attività commerciali che a questo punto hanno ben poco in cui sperare per invertire la tendenza. Per la verità negli ultimi dieci giorni qualche piccolo segnale positivo c`è stato. Ma l`impressione - più che il timore - è che si tratti di segnali passeggeri, dovuti a circostanze particolari. Sandro Romano, presidente provinciale di Confcommercio, dà la sua spiegazione: «Si tratta - afferma - degli acquisti effettuati da quelle famiglie che si sono viste costrette a rinunciare alla vacanza e hanno deciso di spendere qualche soldo sfruttando la possibilità di acquistare merce di buona qualità a basso costo ». Ma tolto questo timidissimo segnale positivo rimane uno scenario desolante. Di questo passo la previsione di chiusura per decine di attività appaiono tutt`altro che campate in aria. I problemi, però, non sono solo per i commercianti di abbigliamento e calzature. Anche i negozi di alimentari hanno visto ridursi i loro affari. «La busta della spesa di una famiglia media - afferma Linguanti - non è quella di una volta. Oggi si risparmia e si apparecchia la tavola con molto meno». Ancora peggio se la passano i titolari di ristoranti e pizzerie. Il problema per questi locali non è legato a questi giorni. «In questa settimana di ferragosto - spiega Romano - lavoreranno certamente molto bene. Ma sino ad ora non è stato così. Immagino sia capitato a molti di entrare in uno di questi locali di sera nei fine settimana e di trovare senza alcun problema un tavolo libero. Prima non succedeva, o accadeva molto più di rado. A conferma che anche in questo settore le cose non vanno più come una volta ho saputo che ci sono ben nove titolari di questi locali del centro storico interessati a vendere o cedere in gestione le loro attività». Il problema per questi locali è che se da un lato diminuiscono i clienti dall`altro lievitano le tasse e le spese per personale, acqua, luce e gas e vari altri servizi. «Le attività che sembrano avere meno difficoltà - afferma Romano - sono le pizzerie da asporto, visto che sempre più persone scelgono di mangiare a casa una pizza prima di uscire, e naturalmente, le gelaterie». Secondo Romano è fondamentale che il Governo studi un provvedimento con cui aiutare le piccole aziende e le famiglie oggi in gravi difficoltà a causa dei debiti contratti quando stavano economicamente meglio. «Si dovrebbe intervenire sulle banche - afferma - affinché questi debiti si diluiscano di più nel tempo trasferendoli dal breve e medio termine al medio e lungo termine. Insomma, se le famiglie non tornano a consumare e a spendere è inutile parlare di come fare ripartire l`e c o n omia ».

Un momento così nero il commercio non lo viveva da tempo immemore. «Ricordo - afferma il presidente provinciale di Confesercenti Arturo Linguanti - che agli inizi degli anni Settanta ci fu anno in cui il comparto soffrì parecchio. Ma quello fu un problema passeggero. Adesso invece ci siamo infilati in una crisi dalla quale non sappiamo ancora quando e come usciremo». Nemmeno la stagione dei saldi ha ridato fiato alle attività commerciali che a questo punto hanno ben poco in cui sperare per invertire la tendenza. Per la verità negli ultimi dieci giorni qualche piccolo segnale positivo cè stato. Ma limpressione - più che il timore - è che si tratti di segnali passeggeri dovuti a circostanze particolari. Sandro Romano presidente provinciale di Confcommercio dà la sua spiegazione: «Si tratta - afferma - degli acquisti effettuati da quelle famiglie che si sono viste costrette a rinunciare alla vacanza e hanno deciso di spendere qualche soldo sfruttando la possibilità di acquistare merce di buona qualità a basso costo ». Ma tolto questo timidissimo segnale positivo rimane uno scenario desolante. Di questo passo la previsione di chiusura per decine di attività appaiono tuttaltro che campate in aria. I problemi però non sono solo per i commercianti di abbigliamento e calzature. Anche i negozi di alimentari hanno visto ridursi i loro affari. «La busta della spesa di una famiglia media - afferma Linguanti - non è quella di una volta. Oggi si risparmia e si apparecchia la tavola con molto meno». Ancora peggio se la passano i titolari di ristoranti e pizzerie. Il problema per questi locali non è legato a questi giorni. «In questa settimana di ferragosto - spiega Romano - lavoreranno certamente molto bene. Ma sino ad ora non è stato così. Immagino sia capitato a molti di entrare in uno di questi locali di sera nei fine settimana e di trovare senza alcun problema un tavolo libero. Prima non succedeva o accadeva molto più di rado. A conferma che anche in questo settore le cose non vanno più come una volta ho saputo che ci sono ben nove titolari di questi locali del centro storico interessati a vendere o cedere in gestione le loro attività». Il problema per questi locali è che se da un lato diminuiscono i clienti dallaltro lievitano le tasse e le spese per personale acqua luce e gas e vari altri servizi. «Le attività che sembrano avere meno difficoltà - afferma Romano - sono le pizzerie da asporto visto che sempre più persone scelgono di mangiare a casa una pizza prima di uscire e naturalmente le gelaterie». Secondo Romano è fondamentale che il Governo studi un provvedimento con cui aiutare le piccole aziende e le famiglie oggi in gravi difficoltà a causa dei debiti contratti quando stavano economicamente meglio. «Si dovrebbe intervenire sulle banche - afferma - affinché questi debiti si diluiscano di più nel tempo trasferendoli dal breve e medio termine al medio e lungo termine. Insomma se le famiglie non tornano a consumare e a spendere è inutile parlare di come fare ripartire le c o n omia ».
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