Senza rimedi immediati sarà il disastro | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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Senza rimedi immediati sarà il disastro

Le pubbliche amministrazioni ci diano i soldi che ci devono e diminuiscano le tasse»

29/01/2013

Tante volle negli ultimi anni, mano a mano che la crisi si è fatta sempre più pesante, artigiani e commercianti hanno detto di essere praticamente con le spalle al muro.

Adesso il disastro è praticamente dietro l'angolo. «Siamo all'anticamera del crac dell'intero sistema delle piccole imprese», afferma il presidente provinciale di Confcommercio Sandro Romano, che nella sede della sua associazione ha riunito i rappresentanti locali di Rete Imprese, sigia alla quale aderiscono anche Confartigianato, Cna e Confesercenti, della Claai e i deputati regionali. «Ciò significa - aggiunge - che sta andando a fondo l'intera economia del Paese visto che per il 94,4 per cento si regge sulle aziende che hanno meno di 50 dipendenti».

"La politica non metta in liquidazione le imprese" è il titolo del documento che riassume i motivi della giornata di mobilitazione in tutta Italia, aperta da un intervento in diretta streaming del presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli, che è presidente di turno di Rete Imprese. La richiesta degli organizzatori dell'iniziativa è di porre i problemi di questo pezzo fondamentale dell'economia italiana al centro del dibattito elettorale di queste settimane. Probabilmente con la speranza che la classe politica sia profondamente rinnovata dal momento che quella uscente non è stata capace di adottare misure adeguate all'allarme lanciato negli ultimi anni dal mondo delle piccole imprese.

Quale sia il quadro lo dicono, in maniera impietosa, i dati. In provincia, tra gennaio e settembre dello scorso anno, il saldo tra le nuove aziende e quelle che hanno cessato l'attività è stato negativo su tutti i fronti: abbiamo in meno 31 aziende del settore manifatturiero e 20 nel campo delle costruzioni, è sceso di 255 il numero dei negozi e di 9 quello di ristoranti e alberghi.

Cosa serve? «Innanzitutto - afferma il segretario provinciale della Cna Pippo Gianninoto - che le pubbliche amministrazioni paghino. Solo in Sicilia il credilo delle imprese private nei confronti di Regione, Province Regionali e Comuni ammonta a 500 milioni di euro. Ma serve soprattutto che la burocrazia dimagrisca e ci chieda meno soldi.

Tasse assurde come ad esempio llmu sui capannoni, su strutture cioè che servono per lavorare, vanno cancellate. Oggi troppi soldi finiscono in farraginosi ingranaggi che servono ad arricchire pochi senza alcuna utilità per i cittadini. Non è possibile sopportare ancora un simile peso. E le nostre tasse, oltre che ridotte, devono essere trasformate in investimenti che sostengano lo sviluppo».

Le piccole imprese chiedono che sia rivisto il patto di stabilità, che da un lato blocca alcuni pagamenti e dall'altro impedisce ai Comuni di realizzare quei piccoli investimenti che darebbero lavoro alle imprese. Sollecitano, inoltre, la Regione a sbloccare l'utilizzo dei fondi europei della programmazione 2007-2013 destinati al recupero dei centri storici e alla messa in sicurezza degli edifìci pubblici. Per consentire alle imprese di finanziarsi più agevolmente e a tassi più sostenibili si chiede di estendere le competenze della Crias, oggi utilizzata solo per artigiani e agricoltori, anche al commercio e alle imprese. Inoltre alla Regione si chiede di mettere in bilancio a disposizione dei consorzi Fidi 100 milioni di euro che attraverso le banche convenzionate consentirebbero di distribuire prestiti sino a un miliardo e 200 milioni.

Infine sono da rivedere i rapporti con Equitalia e Serit "Chiediamo - afferma il presidente provinciale della Cna Antonino Finocchiaro - d consentire anche a commer cianti e artigiani di poter spai mare i debiti col fìsco in 15 an ni, come è consentito agli agri coltori. Pretendere troppo su bito significherebbe costringe re tante imprese alla chiusura Inoltre è importante che sia reso più funzionale il mecca nismo delle compensazione con Inps e Agenzia delle Entrate. F. anche che si faccia una seria lotta all'abusivismo.

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