Seicento imprenditori, seicento nomi, seicento volti. Dirigenti e funzionari della Confcommercio Sicilia che hanno deciso di metterci la faccia contro il racket e contro l'usura, firmando un vero e proprio codice etico, il primo adottato dall'associazione dei commercianti, presentato ieri mattina a Palermo.
Regole rigide per combattere il «pizzo», maggior collaborazione con le forze dell'ordine, e si rischia l'espulsione dall'associazione in caso di «comportamenti non idonei» o se non si rispettano i patti. «È un passo necessario per cambiare le cose - Pietro Agen, presidente regionale di Confcommercio - anche questo è modo per far ripartire la nostra economia. È necessario cambiare tanto, dal sistema bancario a quello giudiziario, ma anche la mentalità di ognuno di noi. Le aziende devono essere supportato, e ci vede essere maggiore certezza della pena, con la magistratura che deve essere rapida e veloce. Ed è necessario che la normativa a sostegno delle vittime del racket sia migliorata». Per quanto riguardale adesioni al patto siglato ieri, gli imprenditori che ci
«mettono la faccia» sono sempre di più: «Penso che questi 600 siano solo i primi - continua Agen - ne stiamo valutando tanti, quasi mille, ed entro fine anno il numero crescerà. Qualcuno probabilmente agirà in malafede, ma siamo pronti anche a questo, siamo consapevoli dei rischi, e offriamo a chi sbaglia anche il modo di riparare all'errore».
Catania e Palermo sono le aree più rappresentate ma c'è anche una piccola realtà come Enna che ha già i suoi 50 nomi. Pochi ancora, invece, gli imprenditori messinesi. Inevitabile anche una
riflessione sul momento delle imprese. «Abbiamo presentalo delle proposte che sono rimaste in fondo ad un cassetto - dice Rosanna Montalto, vice presidente di Confcommercio Palermo, con delega nazionale alla legalità -. È necessario intervenire nel settore credito, mettendo in campo azioni di sostegno per l'impresa; solo a Palermo e provincia ottomila imprese nel2013 chiuderanno, 3 mila in procedura concorsuale e 5 mila in stato di scioglimento. Chiudono grandi, medi e piccoli. Lo Stato, insomma, ci deve dare una mano anche in questa iniziativa».
Un aiuto invocato anche da Sandro Romano, presidente di Confcommercio Siracusa e socio fondatore dell'associazione antiracket «Salvatore Raiti»: «Siamo stanchi di vedere i politici presenti solo quando si tratta di tagliare nastri e non ne possiamo più di vedere parlamentari avvocati che difendono mafiosi e poi vanno nelle scuole a dare lezioni di legalità».
È intervenuto anche Roberto Helg, presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg che ha sollecitato le istituzioni ad aiutare i commercianti.