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Mercoledì 3 Luglio 2024
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Disservizi e stelle agli stabilimenti

I presidenti di Confcommercio e Confesercenti criticano la decisione di sindaco e assessore di stilare classifiche

28/07/2012

Inventarsi una classificazione degli stabilimenti balneari, peraltro non prevista da alcuna norma, significa solo esporre i gestori alla mercè dell'assessore comunale di settore, Alessandro Zappalà in questo caso, e del sindaco Roberto Visentin. Il Comune pensi piuttosto ad assicurare almeno un minimo di decenza e sicurezza alle spiagge libere, nonché un minimo di servizi accettabili: accessi al litorale, docce, pulizia, e via discorrendo. Lo affermano, sia pure con diverse sfumature, i presidenti di Confesercenti, Arturo Linguanti, e di Confcommercio, Sandro Romano. Entrambi contestano la decisione unilaterale del Comune, che si è arrogato il diritto di formare graduatorie e assegnare riconoscimenti ai gestori degli stabilimenti balneari. Il tutto senza criteri nè parametri oggettivi prestabiliti, senza un organo tecnico di valutazione precostituito, senza aver preliminarmente sentito le categorie interessate. Ogni valutazione, osservano i due dirigenti di categoria, è riservata al sindaco e all'assessore, i quali scriveranno l'elenco dei buoni e dei cattivi. Linguanti rilancia: «Data l'inerzia ormai consolidata per le spiagge libere il Comune spenda piuttosto qualche soldo per una iniziativa diversa: un premio ai volontari che "adottino" una spiaggia libera e ne abbiano cura, a cominciare dalla pulizia. E per tutta la stagione. Confesercenti sarebbe pronta a contribuire». A sua volta il presidente di Confcommercio, Sandro Romano, pur dichiarando disponibilità per un eventuale controllo, con successivi riconoscimenti agli stabilimenti balneari, insiste sulla imprescindibile necessità che siano rispettati determinati requisiti: parametri e criteri oggettivi prestabiliti, organi tecnici di valutazione e giudizio, intesa preliminare con le categorie interessate, come prassi e buon senso vogliono. «Aspettavo una convocazione - afferma Romano - per concordare condizioni, criteri, parametri, eccetera: tutto quanto cioè è necessario per poter stabilire, con la necessaria oggettività, chi fa meglio e chi peggio. E invece apprendo dalla stampa che sindaco e assessore hanno già deciso tutto». Anche Romano ritorna sul discorso delle spiagge libere per essere più cjiaro cita alcuni esempi di buona gestione. E cita un esempio: le spiagge del litorale ragusano: Cava d'Aliga, Donnalucata, Sampieri, fino a Pozzallo, Marina di Ragusa e oltre. Pozzallo in particolare. «Non c'è bisogno di andare a Rimini - afferma ancora il presidente provinciale di Confcommercio - per vedere quel che si può, e si deve, fare per il litorale. Pozzallo: un lungomare amplissimo e interminabile, con tanto di pista ciclabile e uno spazio pedonale enorme, fra la strada e il mare. Nessuna costruzione a bordo costa, libera quasi tutta la spiaggia e fornita di tutti i servizi: pulizia costante, docce e cesti per i rifiuti ogni 100-200 metri, e altro ancora. Basterebbe copiare dai vicini per fare qualcosa di buono. E, poi, a che serve una cosa del genere a fine stagione ormai? Così la storia si ripete in questa città (almeno la storia contemporanea): servizi zero, tributi al picco. E' una storia lunga almeno una quindicina d'anni. E si continua così.

Inventarsi una classificazione degli stabilimenti balneari peraltro non prevista da alcuna norma significa solo esporre i gestori alla mercè dell'assessore comunale di settore Alessandro Zappalà in questo caso e del sindaco Roberto Visentin. Il Comune pensi piuttosto ad assicurare almeno un minimo di decenza e sicurezza alle spiagge libere nonché un minimo di servizi accettabili: accessi al litorale docce pulizia e via discorrendo. Lo affermano sia pure con diverse sfumature i presidenti di Confesercenti Arturo Linguanti e di Confcommercio Sandro Romano. Entrambi contestano la decisione unilaterale del Comune che si è arrogato il diritto di formare graduatorie e assegnare riconoscimenti ai gestori degli stabilimenti balneari. Il tutto senza criteri nè parametri oggettivi prestabiliti senza un organo tecnico di valutazione precostituito senza aver preliminarmente sentito le categorie interessate. Ogni valutazione osservano i due dirigenti di categoria è riservata al sindaco e all'assessore i quali scriveranno l'elenco dei buoni e dei cattivi. Linguanti rilancia: «Data l'inerzia ormai consolidata per le spiagge libere il Comune spenda piuttosto qualche soldo per una iniziativa diversa: un premio ai volontari che "adottino" una spiaggia libera e ne abbiano cura a cominciare dalla pulizia. E per tutta la stagione. Confesercenti sarebbe pronta a contribuire». A sua volta il presidente di Confcommercio Sandro Romano pur dichiarando disponibilità per un eventuale controllo con successivi riconoscimenti agli stabilimenti balneari insiste sulla imprescindibile necessità che siano rispettati determinati requisiti: parametri e criteri oggettivi prestabiliti organi tecnici di valutazione e giudizio intesa preliminare con le categorie interessate come prassi e buon senso vogliono. «Aspettavo una convocazione - afferma Romano - per concordare condizioni criteri parametri eccetera: tutto quanto cioè è necessario per poter stabilire con la necessaria oggettività chi fa meglio e chi peggio. E invece apprendo dalla stampa che sindaco e assessore hanno già deciso tutto». Anche Romano ritorna sul discorso delle spiagge libere per essere più cjiaro cita alcuni esempi di buona gestione. E cita un esempio: le spiagge del litorale ragusano: Cava d'Aliga Donnalucata Sampieri fino a Pozzallo Marina di Ragusa e oltre. Pozzallo in particolare. «Non c'è bisogno di andare a Rimini - afferma ancora il presidente provinciale di Confcommercio - per vedere quel che si può e si deve fare per il litorale. Pozzallo: un lungomare amplissimo e interminabile con tanto di pista ciclabile e uno spazio pedonale enorme fra la strada e il mare. Nessuna costruzione a bordo costa libera quasi tutta la spiaggia e fornita di tutti i servizi: pulizia costante docce e cesti per i rifiuti ogni 100-200 metri e altro ancora. Basterebbe copiare dai vicini per fare qualcosa di buono. E poi a che serve una cosa del genere a fine stagione ormai? Così la storia si ripete in questa città (almeno la storia contemporanea): servizi zero tributi al picco. E' una storia lunga almeno una quindicina d'anni. E si continua così.
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