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Mercoledì 3 Luglio 2024
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Banche «chiuse», economia ko

Confcommercio. Bloccati negli istituti di credito i fondi Jeremie per le Pmi

Siracusa, 30/07/2012

«Con il prefetto Renato Franceschelli abbiamo già effettuato una prima analisi, suddividendo per banca, del calo degli accessi al credito negli ultimi ciqnue anni, e il quadro che ne è emerso ha messo in luce la chiusura, di fatto, da parte degli istituti di credito». Il presidente di Confocmmercio Sandro Romano rimette il dito in una ferita tutta aperta dell'economia del territorio, e lo criticando l'atteggiamento assunto da alcune banche. «Il primo dicembre scorso l'Unione europea, la Regione Sicilia e alcuni istituti di credito hanno siglato un accordo per dare avvio all'iniziativa denominata "Jeremie Sicilia" che destina fondi per il microcredito alle piccole e medie imprese. Accordo che segue una selezione da parte dell'Unione Europea, per individuare l'intermediario creditizio migliore per supportare le piccole aziende nell'accesso al credito con condizioni vantaggiose, spingendole verso un percorso di maggiore consapevolezza del legame tra fonti (bancarie) e impieghi (aziendali) - spiega Romano -. Il programma Jeremie si inserisce nel quadro di una politica di riforma per lo sviluppo delle PMI e la necessità di migliorare il sostegno alle micro-imprese. «Il programma ha l'obiettivo di creare dinamiche e prospettive d'investimento, di crescita e di occupazione; da un lato si propone di individuare le tipologie di finanziamento maggiormente carenti rispetto ai bisogni delle ditte del territorio, dall'altro di facilitare l'accesso al credito. Ma qui casca l'asino». Romano infatti denuncia come in realtà i fondi siano bloccati nelle banche che rigettano qualsiasi pratica venga loro presentata, anche quando le istanze hanno il supporto dei Consorzi fidi. «Una situazione che abbiamo denunciato anche al tavolo per il lavoro alla presenza del minsitro Barca, a cui abbiamo prospettato la situazione locale con tutta la sua criticità». Il presidente di Confcommercio rileva il malumore diffuso «dopo mesi di aspettative che si sono alimentate tra gli imprenditori e i giovani aspiranti tali».

«Con il prefetto Renato Franceschelli abbiamo già effettuato una prima analisi suddividendo per banca del calo degli accessi al credito negli ultimi ciqnue anni e il quadro che ne è emerso ha messo in luce la chiusura di fatto da parte degli istituti di credito». Il presidente di Confocmmercio Sandro Romano rimette il dito in una ferita tutta aperta dell'economia del territorio e lo criticando l'atteggiamento assunto da alcune banche. «Il primo dicembre scorso l'Unione europea la Regione Sicilia e alcuni istituti di credito hanno siglato un accordo per dare avvio all'iniziativa denominata "Jeremie Sicilia" che destina fondi per il microcredito alle piccole e medie imprese. Accordo che segue una selezione da parte dell'Unione Europea per individuare l'intermediario creditizio migliore per supportare le piccole aziende nell'accesso al credito con condizioni vantaggiose spingendole verso un percorso di maggiore consapevolezza del legame tra fonti (bancarie) e impieghi (aziendali) - spiega Romano -. Il programma Jeremie si inserisce nel quadro di una politica di riforma per lo sviluppo delle PMI e la necessità di migliorare il sostegno alle micro-imprese. «Il programma ha l'obiettivo di creare dinamiche e prospettive d'investimento di crescita e di occupazione; da un lato si propone di individuare le tipologie di finanziamento maggiormente carenti rispetto ai bisogni delle ditte del territorio dall'altro di facilitare l'accesso al credito. Ma qui casca l'asino». Romano infatti denuncia come in realtà i fondi siano bloccati nelle banche che rigettano qualsiasi pratica venga loro presentata anche quando le istanze hanno il supporto dei Consorzi fidi. «Una situazione che abbiamo denunciato anche al tavolo per il lavoro alla presenza del minsitro Barca a cui abbiamo prospettato la situazione locale con tutta la sua criticità». Il presidente di Confcommercio rileva il malumore diffuso «dopo mesi di aspettative che si sono alimentate tra gli imprenditori e i giovani aspiranti tali».
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