Sangalli: muore un`azienda al minuto, no all`aumento dell`Iva | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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Sangalli: muore un`azienda al minuto, no all`aumento dell`Iva

RETE IMPRESE CHIEDE ALLA POLITICA UNA SVOLTA, MOBILITAZIONE IN TUTT`ITALIA

Roma, 29/01/2013

Molte battaglie (riforma del lavoro, manifesto per la crescita, produttività) le hanno combattute fianco a fianco, ma questa volta è il nodo Iva a tracciare un solco profondo tra la Confindustria e le pmi di Rete Imprese Italia.

«La disperazione delle piccole imprese che noi oggi cerchiamo di rappresentare alla politica - ha detto Carlo Sangalli, presidente di turno di Rete Imprese e numero uno di Confcommercio - deriva anche da una domanda interna desolatamente ferma, che pesa per l`80% del Pil. Per questo motivo chiediamo di archiviare definitivamente l`aumento dell`Iva ed è questo punto che ci divide dal manifesto della Confindustria», che invece indica quale priorità per finanziare il pacchetto di proposte l`aumento dell`Iva.

Oltre 30mila imprenditori e 300 associazioni territoriali hanno partecipato alla mobilitazione di Rete Imprese, che nell`agenda presentata oggi da Sangalli chiede alla politica «una svolta puntando sulla ripresa.

Nel 2012 ha chiuso un`impresa al minuto», ha detto Sangalli affiancato dai presidenti delle altre organizzazioni aderenti, Basso (Casartigiani), Venturi (Confesercenti), Malavasi (Cna), Merletti (Confartigianato), ricordando ai candidati che «senza impresa non c`è futuro nè salvezza per l`Italia », paese dove più che altrove «il tessuto produttivo è legato indissolubilmente alle Pmi». Due milioni e mezzo di aziende, che occupano 14 milioni di addetti e che oggi rivendicano il proprio peso.

«Ci fa piacere che in molti programmi ritroviamo le nostre istanze, in tema di calo delle tasse e semplificazione - ha detto -. Bene la proposta di Monti di riduzione dell`Irap ma vigileremo affinchè non siano solo programma stagionali. Rete Imprese - avverte - non farà sconti».

Le Pmi chiedono «un paese normale», dove il peso delle tasse per chi è in regola non sia oltre il 56% e le aziende non debbano sobbarcarsi 120 adempimenti l`anno, uno ogni 3 giorni.

Commercianti, artigiani, piccole imprese del manifatturiero, turismo, servizi hanno manifestato in 80 piazze: a Napoli è stato distribuito gratis pane fresco ai passanti, stese mutande in piazza a Padova con la scritta «ridotti così», imprenditori hanno sfilato in corteo a Terni, a Bari hanno simbolicamente consegnato le chiavi delle loro attività. Da Nord a Sud il grido è stato unanime: «ora basta, siamo esasperati». Fisco in prima battuta, poi semplificazione, riforma del lavoro, credito, infrastrutture tra i 12 punti del dossier di 30 pagine «le nostre ragioni».

Per tornare a crescere servono riduzione della pressione fiscale (niente aumento Iva, razionalizzazione dell`Irpef, taglio dell`Irap, revisione della riscossione coattiva); maggior flusso di credito, avanti tutta con le semplificazioni. In tema di lavoro, lancio del nuovo apprendistato, sostegno al welfare contrattuale bilaterale, stop alla solidarietà impropria tra i settori, con la revisione dei versamenti per l`indennità di malattia a carico di commercio e artigianato, il cui tiraggio è più basso di altri. E ancora, investimenti in infrastrutture ed energia; sostegno all`export delle imprese e alla leva turismo.

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