Centro commerciale l'ennesimo rinvio | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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Centro commerciale l'ennesimo rinvio

Confcommercio e la viabilità. «Non è possibile aprire un varco in una strada così piccola e intensamente trafficata»

Siracusa, 04/04/2013

Rinviata a data da destinarsi e per non meglio precisati «motivi tecnici» la conferenza dei servizi per il centro commerciale Epipoli. All'ordine del giorno era, e rimane, la proroga richiesta dalla società proprietaria per l'inizio di attività. E torna alla carica il presidente di Confcommercio, Sandro Romano, il quale ribadisce: «Il rinvio equivale a una proroga di fatto. Non è proprio il momento di aprire nuovi centri commerciali mentre gli altri chiudono. Per non parlare dei normali negozi, i quali vanno chiudendo uno dopo l'altro».

«Ce ne sono almeno due di motivazioni tecniche per bloccare l'apertura di questo nuovo centro commerciale - puntualizza Romano. - La prima, di immediata constatazione, è di ordine tecnico-urbanistico-viario. Non è materialmente possibile aprire un nuovo varco a intenso traffico, qual è quello di un centro commerciale, sulla strada Siracusa-Belvedere sulla quale prospetta il centro Epipoli. Occorrerebbe almeno la costruzione di una rotatoria. Sempre che ce ne sia lo spazio. E la spesa di questa rotatoria non può certo gravare sull'ente pubblico proprietario della strada. Si tratta di una strada stretta e a traffico intenso. Aprirvi un varco commerciale senza una rotatoria sarebbe assolutamente rischioso: sarebbe la causa di frequenti incidenti stradali.

«C'è poi la motivazione di ordine tecnico-economico - ribadisce il presidente di Confcommercio Siracusa. - Che si condensa nella domanda ormai di prammatica: ma si può continuare ad aprire nuovi centri commerciali in una situazione in cui non soltanto i piccoli negozi ma anche altri centri commerciali chiudono? Fra l'altro - conclude Romano - mi risulta che solo per una decina di negozi, della quarantina prevista, sarebbe finora possibile l'apertura. Siamo sempre lì: non reggono più nemmeno i negozi alimentari. La gente non ha soldi in tasca per gli acquisti essenziali. Il fenomeno è ormai diffuso: la crisi è nera per tutti».

Il presidente di Confesercenti, Arturo Linguanti, ricorda a sua volta l'ultima relazione economica della Camera di commercio. «Sono troppi - ricorda citando la relazione camerale - i centri commerciali esistenti. Siracusa è la provincia a più alta densità d'Italia, nel rapporto popolazione residente-centri commerciali, per quelli che occupano una superficie coperta inferiore a 2500 metri quadrati. Per quelli al di sopra di questa dimensione il primato è di Catania. E non dimentichiamo - ricorda ancora Linguanti, relazione di Camcom alla mano - che in gran parte di questi centri s'insinua la criminalità organizzata. Non sarà questo il caso, per carità. Ma del fenomeno va pur tenuto conto. E va detto comunque basta ai centri commerciali. Soprattutto in una piccola realtà come quella siracusana. E soprattutto in questo momento in cui i negozi di vicinato, e non solo, vanno chiudendo».

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