I negozianti «Anche Pasqua è andata buca» | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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I negozianti «Anche Pasqua è andata buca»

Bilancio post festivo nei numeri di Confcommercio

Siracusa, 07/04/2013

La crisi continua a vessare la sua vittima prediletta: la capacità di spesa delle famiglie. Il bilancio delle vendite per le feste di Pasqua ripropone ancora una forte contrazione, a partire dal settore degli alimentari.

Supermercati senza code alle casse, eccezione fatta per i discount, dove i prezzi più convenienti dei prodotti "sottomarca" hanno ammorbidito gli effetti del risparmio dei consumatori. Ma con le dovute puntualizzazioni: i carrelli si sono riempiti di generi a basso costo. Poca la carne, i dolci, uova e colombe comprese, se non quelle in offerta speciale.

E se già il settore alimentare ha risentito del calo, lo stesso indicatore va trasferito negli altri comparti, ma in maniera amplificata.

Abbigliamento e calzature, che fino a un decennio fa contavano proprio sulle feste per le grandi vendite, ora vedono i negozi con gli stand stracolmi e i locali privi di clienti. Lo spaccato viene illustrato anche da Confcommercio e dal suo presidente provinciale Sandro Romano. «La percentuale di flessione è stata del 25%. Ma non deve sorprendere nessuno: già da tempo avevamo registrato un forte calo, e denunciato.

«Interessante è che valutando i primi tre mesi dell'anno - prosegue Romano - è emerso un nuovo dato allarmante: il calo delle vendite anche delle catene discount. Anche la ristorazione ne sta risentendo nel volume d'affari: si è contratto sensibilmente il numero di persone che per Pasqua o Pasquetta ha scelto di pranzare fuori. Una forma di compensazione, però, è arrivata dai turisti». Datti allarmanti, ma preventivati. E Romano spiega i motivi: «Da tempo avevamo denunciato che la situazione lavorativa era drammatica, con coefficienti simili a quelli della Grecia. Tanto è che oggi Siracusa è la capitale della disoccupazione: su 39.000 posti di lavoro persi in Sicilia negli ultimi due anni, oltre 14.000 sono di Siracusa. E questa è la spiegazione di tutto.

«Il problema, dunque, non è il commercio fine a se stesso: dietro ogni commerciante c'è una famiglia - continua il presidente di Confcommercio -, ci sono i dipendenti, con le relative famiglie. Da qui il circolo vizioso».

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