La crisi si fa sentire pure sui gioielli crollo delle vendite: meno 22% | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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La crisi si fa sentire pure sui gioielli crollo delle vendite: meno 22%

Stagnazione e diffusione dei «compro oro» le ragioni dell'arretramento del settore

Siracusa, 08/07/2013

Se non è emergenza, poco ci manca. Dalle rilevazioni condotte da Federpreziosi per il solo terzo quadrimestre dello scorso anno si registra un calo generalizzato delle vendite per tutti i prodotti "preziosi" pari a -22%. E altrettanto negative si presentano le prospettive per il 2013. Dimitri Fontana Del Vecchio, presidente provinciale e consigliere nazionale di Federpreziosi Confcommercio, dipinge un quadro di certo non esaltante della realtà che l'intero settore si trova ogni giorno ad affrontare, conseguenza diretta di una crisi generalizzata dei consumi che non accenna a invertire la tendenza.

«Pesano le difficoltà di accesso al credito, con moltissime aziende, dalla produzione alla distribuzione, che lamentano da ormai troppi anni il problema nel reperire finanziamenti e prestiti dal sistema bancario - sottolinea - Oltre che dalla stretta creditizia generalizzata, il comparto dei preziosi è penalizzato dall'andamento della materia prima e dalla crisi del "prestito d'uso"».

Le politiche di restrizione adottate dagli istituti di credito ha determinato, infatti, una carenza di liquidità che si è tradotta nel blocco della produzione e nella messa in mobilità dei dipendenti. «Le misure adottate dal governo Monti per mettere in sicurezza i conti pubblici - aggiunge - hanno fatto pagare un conto salatissimo alle aziende con la voce principale rappresentata da un'impennata della pressione fiscale complessiva e dai pesanti effetti recessivi che ne sono derivati favorendo colleghi d'oltralpe che hanno vissuto una stagione commerciale, a loro dire, strepitosa. Non da ultimo, risultano penalizzanti la mancanza di normative adeguate, come nel caso dei "compro oro", o dall'applicazione di regole inadeguate come quella relativa al nichel a seguito dell'entrata in vigore della nuova metodologia di analisi». La fotografia di Fontana Del Vecchio ricalca perfettamente quella scattata dal presidente nazionale di Federpreziosi, Giuseppe Aquilino, valida per l'intero territorio nazionale. Il fenomeno dei "compro oro", ha ripetuto più volte il responsabile provinciale del settore, va meglio controllato non solo per salvaguardare i consumatori ma soprattutto per garantire la legalità tout court. Le forze di Polizia sono più volte intervenute smantellando organizzazione che esportavano in svizzera quantità ingenti di oro e argento movimentando un alto volume d'affari.

Federpreziosi intanto si accinge a lavorare con la Sose (Società per gli studi di settore), che ha avviato il programma di raccolta dei dati delle imprese, finalizzato ad elaborare i correttivi da applicare per tenere conto dell'andamento della crisi economica. «Nei mesi a venire si rafforzerà ulteriormente l'impegno verso un ancor più ampio e condiviso coinvolgimento per studiare e promuovere nuovi modelli di fare impresa individuando le soluzioni pratiche per gestire il cambiamento a livello di formazione e innovazione in ogni campo: dall'e-commerce, al rilancio culturale dei prodotti italiani, alla promozione - conclude il presidente provinciale -. Un passo essenziale è la realizzazione di uno studio completo sull'intera filiera orafa per conoscere la reale identità e area di competenza nonché la segmentazione del mercato e la sua evoluzione. Si potrà così disporre di un quadro informativo aggiornato e articolato sulle problematiche di marketing settoriali indispensabile per mettere a fuoco le aree critiche che condizionano i rapporti fabbricazione-distribuzione, per studiare proposte operative di partnership nell'ambito delle relazioni tra produttori e distributori e per sviluppare iniziative di comunicazione».

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