«Una granita? Mi dispiace non è periodo» | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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«Una granita? Mi dispiace non è periodo»

Richieste ancora basse e il prodotto andrebbe sprecato Confcommercio: la produzione riprenderà in primavera

Siracusa, 17/02/2014

Granita, latte o paste di mandorla ma anche spremute. Ecco: se un turista (o anche un siracusano) dovesse entrare in un bar e fare una di queste ordinazioni si sentirebbe rispondere: «No, mi spiace, non è periodo». Il cliente - soprattutto se non "indigeno" potrebbe anche restare deluso (è capitato) e fare una cattiva pubblicità alla città.

«Alcune produzioni - dice il presidente provinciale di Confcommercio, Sandro Romano - sono ferme perché all'esercente non conviene. In parole povere, il prodotto andrebbe sprecato perché l'offerta è molto bassa. Per ora dunque non conviene preparare granite o latte di mandorla. La produzione riprenderà in primavera». Salvo qualche esercizio commerciale che a macchia di leopardo tiene ancora alti i valori della tradizione alimentare siracusana e siciliana in genere, per la maggior parte, durante l'inverno, le produzioni tipiche vengono sospese. Secondo Confcommercio, infatti, se un ristoratore dovesse provare a vendere granite alla fine della giornata dovrebbe gettarne l'80% nel bidone dei rifiuti.

«Rispetto al periodo estivo - aggiunge Romano - in molte gelaterie è diminuita la produzione anche in termini di varietà di gusti. È una legittima difesa del credito, che trova giustificazione nel fatto che ci sarebbe l'invenduto. Uno degli elementi indicativi è la pasta di mandorla: il consumo invernale è praticamente vicino allo zero».

Non è dello stesso avviso il presidente di Confesercenti, Arturo Linguanti, il quale non nasconde una critica ai bar siracusani. «Dovrebbero diversificare i consumi - sottolinea - usando i prodotti tipici della provincia: la granita di mandorla, di caffé con panna o di fragola, dunque, ma anche il latte di mandorla o le spremute. Se volessi un succo d'Ace, al bar aprirebbero una bottiglietta e la verserebbero nel bicchiere. Eppure si potrebbe acquistare una semplice centrifuga da 90 euro e utilizzare le nostre carote, le arance e i limoni. Questo sì che dimostrerebbe professionalità; invece nei locali è più facile trovare un succo di pompelmo che una spremuta d'arancia. Mi dica, quanto può costare preparare un latte di mandorla da trasformare in granita il giorno dopo? ».

Confesercenti invita quindi i commercianti a distinguersi dagli altri, diversificando i consumi e "promuovendo queste iniziative culturali. Perché di cultura si tratta".

Difficile individuarne i responsabili, ma sia Romano sia Linguanti puntano i fari sulle agenzie di viaggio. «Il turismo di questo periodo - per Confcommercio - è il cosiddetto mordi e fuggi. Gli fa eco Confesercenti: «Troppo spesso i turisti non sono lasciati liberi dalle guide per fare anche shopping, magari perché portati da organizzazioni catanesi che nel planning inseriscono solo mezza giornata alla visita dei monumenti siracusani».

E quindi meno spese anche nei bar. Chi ci va di mezzo è quindi il solito fai-da-te. Povero turista che arriva in città, apprezza l'aria pura e il sole, spera in un dolce tipico - la granita, ad esempio - ma resta a bocca asciutta.

Granita latte o paste di mandorla ma anche spremute. Ecco: se un turista (o anche un siracusano) dovesse entrare in un bar e fare una di queste ordinazioni si sentirebbe rispondere: «No mi spiace non è periodo». Il cliente - soprattutto se non "indigeno" potrebbe anche restare deluso (è capitato) e fare una cattiva pubblicità alla città. «Alcune produzioni - dice il presidente provinciale di Confcommercio Sandro Romano - sono ferme perché all'esercente non conviene. In parole povere il prodotto andrebbe sprecato perché l'offerta è molto bassa. Per ora dunque non conviene preparare granite o latte di mandorla. La produzione riprenderà in primavera». Salvo qualche esercizio commerciale che a macchia di leopardo tiene ancora alti i valori della tradizione alimentare siracusana e siciliana in genere per la maggior parte durante l'inverno le produzioni tipiche vengono sospese. Secondo Confcommercio infatti se un ristoratore dovesse provare a vendere granite alla fine della giornata dovrebbe gettarne l'80% nel bidone dei rifiuti. «Rispetto al periodo estivo - aggiunge Romano - in molte gelaterie è diminuita la produzione anche in termini di varietà di gusti. È una legittima difesa del credito che trova giustificazione nel fatto che ci sarebbe l'invenduto. Uno degli elementi indicativi è la pasta di mandorla: il consumo invernale è praticamente vicino allo zero». Non è dello stesso avviso il presidente di Confesercenti Arturo Linguanti il quale non nasconde una critica ai bar siracusani. «Dovrebbero diversificare i consumi - sottolinea - usando i prodotti tipici della provincia: la granita di mandorla di caffé con panna o di fragola dunque ma anche il latte di mandorla o le spremute. Se volessi un succo d'Ace al bar aprirebbero una bottiglietta e la verserebbero nel bicchiere. Eppure si potrebbe acquistare una semplice centrifuga da 90 euro e utilizzare le nostre carote le arance e i limoni. Questo sì che dimostrerebbe professionalità; invece nei locali è più facile trovare un succo di pompelmo che una spremuta d'arancia. Mi dica quanto può costare preparare un latte di mandorla da trasformare in granita il giorno dopo? ». Confesercenti invita quindi i commercianti a distinguersi dagli altri diversificando i consumi e "promuovendo queste iniziative culturali. Perché di cultura si tratta". Difficile individuarne i responsabili ma sia Romano sia Linguanti puntano i fari sulle agenzie di viaggio. «Il turismo di questo periodo - per Confcommercio - è il cosiddetto mordi e fuggi. Gli fa eco Confesercenti: «Troppo spesso i turisti non sono lasciati liberi dalle guide per fare anche shopping magari perché portati da organizzazioni catanesi che nel planning inseriscono solo mezza giornata alla visita dei monumenti siracusani». E quindi meno spese anche nei bar. Chi ci va di mezzo è quindi il solito fai-da-te. Povero turista che arriva in città apprezza l'aria pura e il sole spera in un dolce tipico - la granita ad esempio - ma resta a bocca asciutta.
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