Saldi, vendite in calo: ristagna l'economia siracusana | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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Saldi, vendite in calo: ristagna l'economia siracusana

confcommercio e confesercenti: famiglie in difficoltà, risparmiano pure sul cibo

Siracusa, 09/03/2014

Gli sconti favoriscono senz'altro le compere, ma non la capacità d'acquisto. E quindi, come nel resto d'Italia, le vendite a prezzi scontati sono in calo anche a Siracusa e nell'hinterland. In provincia i consumi registrano un segnale negativo e confermano il trend nazionale.

A gennaio l'indicatore dei consumi (Icc) segnala una contrazione degli acquisti e come le famiglie fanno fatica a comprare ogni mese i beni di prima necessità. La diminuzione è pari al 1,6%, e si tratta di un calo dello 0,3% rispetto al mese di dicembre.

«I dati - precisa Romano, presidente provinciale Confcommercio - si riferiscono a livello nazionale, ma posso garantire che l'economia siracusana è ferma. Fattore dimostrabile dalla chiusura di grandi catene commerciali, di negozi e in molti casi dalla poca fornitura di merce riposta negli scaffali. E non solo.

Basta un giro nelle ore di punta per notare poche persone intente a fare compere. Il paradosso? Oggi si risparmia pure nel cibo, e con questo credo di dire tutto per mostrare quanto il nostro territorio sia in crisi. E sicuramente molto di più rispetto al nord Italia».

Il segnale negativo evidenzia con chiarezza in che difficoltà si trovino le famiglie, e di conseguenza il comparto del commercio. Eppure a dicembre avevamo assistito a una stabilizzazione dei consumi.

«E' evidente - dice Arturo Linguanti, presidente provinciale di Confesercenti - che si è trattato solo di un timido segnale di miglioramento. Oramai la stagnazione è congenita. Se gli amministratori nazionali e locali non interverranno, la crisi aumenterà.

Il calo degli acquisti è spaventoso, perché al contempo la disoccupazione è ai massimi livelli storici. Anche gli sconti non hanno portato quella tanto sperata boccata d'ossigeno. Ritengo importante un fenomeno: la campagna promozionale di sconti non chiuderà, ma continuerà sempre di più negli esercizi commerciali a riprova del fatto che i negozianti sono vicini ai consumatori».

Ma è un altro dato a preoccupare: il clima di fiducia delle famiglie scende ulteriormente, date le difficoltà a trovare un occupazione stabile. E dunque, anche se nei negozi si trovano cartelli con in vista le percentuali di sconto che possono raggiungere anche il 70%, non si registrano code, e questo conferma che la febbre dei saldi è calata. Così come i consumi essenziali.

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