Lievi segnali di ripresa per il commercio aretuseo. Un
incremento del 15% rispetto alle vendite dei mesi invernali infonde un pacato ottimismo tra i commercianti aretusei. Il
perdurare della crisi dei consumi ha avuto infatti pesanti ripercussioni su tutto il commercio al dettaglio in sede
fissa.
L'aumento della pressione fiscale sulle imprese e la contemporanea riduzione del reddito disponibile delle
famiglie ha portato ad una grave emorragia di imprese. Ma, soprattutto, è drammatico il tracollo della moda: nei primi due
mesi del 2014, quasi una cessazione su 4 nel commercio è un negozio di abbigliamento. Saldi e offerte non sono bastati a
risollevare la crisi della distribuzione moda in Italia, e il bilancio di natimortalità delle imprese rileva un trionfo del
«rosso»: nei primi due mesi del 2014, secondo le rilevazioni dell'Osservatorio Confesercenti, il settore ha registrato 3.065
chiusure, a fronte di sole 723 nuove aperture. Il saldo è negativo di 2.342 unità. In totale, il comparto ha registrato una
flessione del numero di imprese attive dell'1,4% su dicembre e del 2,3% sul primo bimestre del 2013.
A ogni modo,
la stagione primaverile e l'aumento delle temperature, sembra stia producendo un rinato interesse nei confronti dei capi
d'abbigliamento e delle calzature. A dirlo sono proprio gli esercenti che, lasciatasi alle spalle una stagione dei saldi da
dimenticare, hanno allestito vetrine dalle tinte pastello, nella speranza di spezzare il grigiore emanato dal clima di
austerity.
A remare a favore del commercio interviene il periodo delle cerimonie, che invogliano e in alcuni casi
costringono all'acquisto di nuovi capi. Spiega Sebastiano Brocca, presidente provincialeFederModa: «A dare un input alla
fase di stallo dei mesi scorsi intervengono le cerimonie primavera-estate che hanno cominciato, già da alcuni giorni, a fare
da traino; non solo al settore abbigliamento, ma anche a quello delle calzature e degli accessori».
La voglia di
svernare, però, non si arresta agli eventi mondani e approda anche all'abbigliamento giornaliero. Da scongiurare ad ogni
costo, però, il ripetersi di una scontistica che anticipa e vanifica la stagione dei saldi sulla nuova collezione appena
giunta sugli scaffali.
«E' arrivato il momento di tenere duro - aggiunge Brocca - di non lasciarsi prendere dalla
frenesia di scontare la merce appena arrivata come già accaduto la scorsa stagione, perché i fatti hanno dimostrato che si
tratta di una strategia fallimentare, che erode i già minimi margini di guadagno».
Intanto i primi messaggi promozionali
cominciano già a bombardare la clientela nella speranza che bruciare le tappe possa servire a far incrementare i consumi.