Rosolini. La spinosa questione del centro
commerciale è stata affrontata durante un'assemblea pubblica che si è tenuta lunedì sera, nell'aula consiliare, alla
presenza di amministratori, rappresentanti di categoria, esercenti e cittadini.
Dopo una estenuante disamina
dell'argomento da un punto di vista giuridico, politico e socio-economico, si è giunti ad una conclusione: il consiglio
comunale sarà convocato tra la fine di questo mese e l'inizio del prossimo, per pronunciarsi su due proposte di
delibera.
Una, presentata dai consiglieri Gerratana, Di Grande, Cicciarella, Spadola e Candiano, consiste nella
modifica del Piano urbanistico commerciale per stabilire che nella zona D6 (dove dovrebbe sorgere il maxi centro della
società Ma. pi.) possano insediarsi solo strutture con superficie di vendita fino a 5 mila metri quadri. L'altra proposta di
delibera è quella già approvata da 9 consiglieri di maggioranza e Masuzzo dell'opposizione, e annullata dal Tar perché a un
consigliere non è stata data la parola, e prevede invece l'approvazione del piano di lottizzazione presentato dalla Ma.
pi.
Dunque, se la maggioranza che sostiene il sindaco, oggi ridotta a minoranza, troverà i numeri, verrà dato l'ok
alla nascita del centro commerciale, se invece sarà l'opposizione a trovare i numeri, si modificherà il Puc per impedire la
realizzazione di grandi strutture di vendita. Il dibattito che si è protratto fino a tarda notte ha visto contrapporsi le
ragioni del "sì" e quelle del "no" al centro commerciale. Per le forze d'opposizione, per il presidente provinciale di
Confcommercio Sandro Romano e per molti esercenti, una maxi struttura di vendita determinerebbe la morte delle attività
locali con effetti devastanti sul tessuto socio-economico della città.
«Con i centri commerciali ci guadagna solo
chi costruisce e chi gestisce appalti e assunzioni», dice Romano. Per il sindaco e i consiglieri che lo sostengono, e per una
parte della cittadinanza, il centro commerciale rappresenterebbe invece l'opportunità di attrarre investimenti nel
territorio e creare posti di lavoro. «Sul piano tecnico-giuridico - dice il sindaco - il progetto della Ma. pi. è corredato
da pareri favorevoli ed è conforme agli strumenti urbanistici; modificare il Puc col progetto già presentato e bocciare il
piano di lottizzazione della società catanese significherebbe andare incontro a un risarcimento danni a carico del Comune e
dei consiglieri».
«Basta con questo terrorismo giuridico e psicologico - ribatte l'avv. Pinello Gennaro, legale dei
consiglieri che propongono di rivedere il Puc - il consiglio comunale ha piena facoltà di decidere sullo sviluppo della città
attraverso gli strumenti urbanistici, e nessuno può chiedere un risarcimento a consiglieri che espletano il proprio ruolo».
Si è parlato anche dello spettro della mafia e delle tangenti. «Quando circola troppo denaro, bisogna stare attenti - dice
l'ex candidato a sindaco Giovanni Giuca - l'odore dei soldi può far smarrire la retta via».