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Lunedì 22 Luglio 2024
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Commercio, ripresa impossibile e i consumi sono ancora al palo

Associazioni di categoria ed esercenti ormai liberi dalle false illusioni

Siracusa, 02/06/2014

Commercio: una ripresa impossibile. Non saranno né il turismo né il periodo delle cerimonie né il bonus di 80 euro in busta paga per i lavoratori dipendenti (non tutti beninteso) a salvare l'economia locale.

Questa timida fase di ripresa dei consumi, a cui si sta assistendo nelle ultime settimane, rappresenta sì una sana boccata d'ossigeno, ma del tutto insufficiente a compensare il crollo delle vendite di un intero anno.

Questo quanto previsto dalle associazioni di categoria e dai commercianti, ormai liberi dalle false illusioni. Sandro Romano (in alto a destra), presidente provinciale Confcommercio, fa un'analisi dettagliata della situazione in cui versa da tempo il commercio aretuseo: "La maggior presenza di visitatori in città - dice - e il modesto incremento delle vendite dovuto al periodo delle cerimonie, non possono essere considerati indici di ripresa attendibili.

L'economia e il commercio locale si può risollevare solo con una ripresa stabile dei consumi da parte dei residenti. Fenomeno difficile da realizzarsi per la carenza dei suoi presupposti. La disoccupazione ha ormai raggiunto livelli elevati non solo tra i giovani ma anche tra persone con famiglie a carico, a cui si aggiunge la difficolta che si traduce in morosità della maggior parte delle aziende siracusane nel rispettare le scadenza per il pagamento degli stipendi, che rimangono in arretrato di diversi mesi. A tutto ciò si va a sommare anche la crisi che ha colpito il governo regionale determinando ulteriori ritardi nei pagamenti di un'altra abbondante fetta di lavoratori".

Altro fattore non indifferente e dovuto a una crisi divenuta già da alcuni anni insostenibile, è la riduzione della popolazione residente che dall'ultimo censimento si è contratta di 16.000 unità, ovvero 16.000 consumatori in meno. Dato determinato non soltanto dal calo delle nascite degli ultimi anni, ma anche e soprattutto dal fatto che molti siracusani si trovano costretti, come nel dopoguerra, ad allontanarsi da casa in cerca di lavoro.

Arturo Linguanti (in basso), presidente provinciale Confesercenti: "Le chiusure di attività commerciali sull'intero territorio provinciale si verificano, ormai, quotidianamente. I costi di gestione a carico degli esercenti, a fronte della drastica riduzione dei fatturati, sono divenuti insostenibili e spesso non offrono altre alternative alla chiusura, vista anche la difficoltà di accesso al credito da parte delle banche".

A risentire un po' di meno della crisi sembra, invece, essere il settore legato alla ristorazione. "Ristoranti, pizzerie e bar - spiega Romano - riescono a rimanere a galla. La clientela non si è contratta in modo poi così vistoso rispetto al passato; a ridursi semmai sono gli scontrini. Alla pizza, al gelato, al caffè o al pezzo da rosticceria la gente difficilmente rinuncia; ma magari risparmia sulle portare evitando di ordinare antipasti, dolce, caffè e amaro di fine pasto". Anche il commercio su aree pubbliche, nonostante il lieve incremento nelle vendite delle ultime settimane dovuto all'innalzarsi delle temperature, vive un periodo di grande difficoltà, e anche in questo caso a poco vale il maggior numero di visitatori presenti in città.

Paola Gianì, presidente regionale Anva, spiega: " Mercati e fiere sembrano godere di un ritrovato interesse. Turisti e locali si affollano tra le bancarelle, ma soltanto per curiosità. Gli stranieri per assaporare un po' del nostro folclore e scattare qualche foto ricordo, nulla di più. I fatturati parlano chiaro e spesso non bastano a coprire le spese che gli ambulanti affrontano per esercitare la loro attività. Tra costi di carburante, oneri fiscali e personale regolarmente ingaggiato, si farebbe prima a lasciar perdere".

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