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Ritorno al lavoro "sommersi" dalle tasse

Iva, Irpef, Irap, Ires, Tasi, Imu e tanti altri balzelli: è un salasso di quasi duemila euro a famiglia

Siracusa, 27/08/2014

Elefteria non è andata in ferie. Perché la città è piena di turisti e gli affari in questo periodo vanno a gonfie vele. Ha rinunciato anche se gli rode che il 44% di quello che guadagna finisce nelle casse dello Stato. Con i versamenti trimestrali dell'Iva, innanzitutto.

Ma poi con Irpef, Tares, Tasi e tutti gli altri balzelli che in questa fine di agosto sono l'incubo degli imprenditori, come lei, e di tutte le famiglie. Elefteria, nome greco e capriccioso, non è andata in ferie, come non è andato in ferie il fisco.

Al rientro dalle vacanze tasse e balzelli hanno investito gli italiani e dunque anche i siracusani. E in un periodo di grande crisi, di mancanza di liquidità, si aziende e famiglie in bilico è sempre più difficile fare quadrare i conti. a casa come nelle aziende, grandi e piccole.

«Oltre la metà degli artigiani - dice Michele Marchese di Casartigiani - non è nelle condizioni di fare fronte alle scadenze. Perché non c'è liquidità, perché i clienti non pagano. Se un artigiano dovesse presentarsi in banca per chiedere un euro di prestito riceverebbe un no. Se poi dovesse passare il disegno di legge che prevede per tutti la presentazione del Durc allora quasi tutte le piccole aziende sarebbero destinate a chiudere perché l'Inps emetterebbe soltanto documenti negativi. Io non vedo alcuna proposettiva, in questo momento». Difficoltà tra gli artigiani, come tra gli edili.

«Lo Stato ha prorogato le scadenze di una settimana - dice Domenico Cutrale dell'Ance - ma qua non si tratta di sette, dieci e venti giorni. La disoccupazione negli ultimi anni nel settore è cresciuta in maniera esponenziale e serviranno anni prima di recuperare tutti i posti di lavoro persi. Intanto le aziende, tutte le aziende, scelgono di rateizzare, e questo è un indicatore della situazione di difficoltà che si vive nel settore. Una difficoltà legata anche al fatto che gli Enti pubblici hanno bloccato tutti i pagamenti.

Il paradosso che si vive in questi anni è che gli imprenditori non rischiano di chiudere a causa dei debiti, ma rischiano di chiudere, e chiudono per i troppi crediti. Quello che una volta era un vanto adesso è invece un danno. Ma le scadenze si accavallano e francamente non abbiamo idea di come fare ad arrivare a fine anno. La situazione è veramente drammatica».

Il turismo ha aiutato ristoratori, esercizi pubblici e stabilimenti balneari, ma il settore commerciale arriva alle scadenze con le ossa rotte. «Le attività commerciali in questo periodo di crollo di consumi - ha detto il presidente della Confcommercio, Sandro Romano - hanno registrato fatturati in negativo si ritrova in difficoltà perché non riescono a essere congrui e coerenti con il fisco e scattano controllo. Se un lavoratore dipendente si trova nelle condizioni di non percepire stipendio non dichiara nulla. Un'azienda in crisi invece deve comunque affrontare costi anche minimi legati alle imposte. E allora si fa fronte attraverso gli affidamenti bancari, con i prestiti chiesti ai familiari o attingendo al proprio patrimonio personale. Ma in un momento nel quale non ci sono prospettive questo equivale a decretare la morte di molte aziende, soprattutto piccole».

«Abbiamo ridotto l'Imu per le aziende di oltre un punto e mezzo e la Tari per complessivi 3 milioni di euro - ha detto il sindaco Giancarlo Garozzo - di più non potevamo fare, ma volevamo comunque mandare un messaggio ai nostri concittadini. Speriamo che tagli alle tasse arrivino anche dai governi nazionale e regionale».

E per strade, nei negozi e negli uffici si respira proprio questo clima. Giuseppe Tropea è un piccolo imprenditore. «È un periodo - dice - che trasmette ansia. Con l'incertezza non si investe eppure bisogna fronteggiare enormi spese per le tasse. E non si fa grande distinzione tra famiglie numerose e non. Io credo che presto la tensione salirà anche da noi. C'è troppa preoccupazione in giro, preoccupazione che pare destinata a diventare disperazione».

«Pensare di lavorare notte e giorno per pagare le tasse - dice Elefteria Borderi - è semplicemente demotivante. Soprattutto per noi privati gran parte del redditto finisce nella casse dell'Erario».

Di fronte alla prospettiva delle tasse da pagare c'è chi ha proprio perso la pazienza. L'architetto Silvio Bastianini il tempo per una breve vacanza lo ha trovato. «Vacanze che mi godo - spiega - e che ritengo meritate. Poi penserò alle cartelle esattoriali. Ma ho deciso: pago l'indispensabile e rinvio tutto quello che è possibile».

La pensa più o meno così anche Carmelo Cappuccio, pescivendolo. «Abbiamo rinunciato alle ferie perché agosto è un periodo importante - dice - per le nostre attività. Poi però arriva lo Stato e ci chiede il conto. E noi paghiamo per arricchire la classe politica. Non so se e cosa pagherò alla fine».

Per le famiglie dunque non va meglio. Tra prezzi, tariffe e costi da sostenere l'autunno porterà una stangata da quasi 2mila euro per ogni famiglia. A lanciare l'allarme sono Federconsumatori e Adusbef, che hanno calcolato l'esborso che le famiglie dovranno sostenere nelle prossime settimane.

In particolare, l'osservatorio nazionale Federconsumatori ha calcolato l'importo che per la scuola, tra libri e metà del corredo scolastico, le famiglie spenderanno in media 779,25 euro. Prezzi e tariffe in aumento non renderanno affatto facile il rientro dalla vacanze: l'associazione stima che per le bollette (acqua, luce, gas, telefono) il costo si aggirerà intorno ai 460,77 euro. Per quanto riguarda le tasse, poi, gli italiani dovranno far fronte alla Tasi, il cui costo si aggirerà sui 231 euro, e la seconda rata della Tari, pari a 156,35 euro.

Cifre che secondo l'associazione non avranno ripercussioni negative solo sulle condizioni delle famiglie, ma incideranno in maniera grave sull'intero andamento della domanda di mercato, trascinando ulteriormente al ribasso i consumi e l'intero apparato produttivo.

Per questo secondo le associazioni dei consumatori è indispensabile avviare un piano straordinario per il rilancio occupazionale, attraverso investimenti per lo sviluppo tecnologico, la ricerca e l'allentamento del patto di stabilità con gli enti locali per consentire la ripresa.

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