L`estate si chiude in chiaro scuro per i commercianti aretusei con un calo del 10% rispetto al 2014. E la stagione autunnale si apre nel segno dell'incertezza come confermano i primi dati delle vendite in provincia.I siracusani, infatti, comprano poco e con particolare attenzione alla qualità e al prezzo. Complice la crisi ma non solo, il dikta resta l'oculatezza delle spese. ‘Registriamo un calo in settori importanti in questo periodo dell'anno - dice Sandro Romano, presidente di Confcommercio - quali sono le librerie, le cartolerie e l`abbigliamento per i ragazzi. Le ragioni sono molteplici legate certo alla crisi ma anche al clima estivo che si é registrato fino a pochi giorni fa e che non ha agevolato l'acquisto di capi della collezione autunnale`.
Gli fa eco Arturo Linguanti, presidente di Confesercenti. ‘La tendenza registrata in questi mesi estivi é quella di attività nuove che aprono i battenti in Ortigia, vero salotto della città, e negozi storici e piccole aziende che chiudono i battenti nelle vecchie zone commerciali cittadini come via Tisia e corso Gelone. Un problema che indica come qualche segnale positivo c`é ma non basta. E un momento difficile e servono imprenditori con maggiore professionalità, occorre innovare`. La Confesercenti si sofferma sul molo della grande distribuzione oggi più che mai in sofferenza come mostra l'abbandono da parte delle
grandi società di molte città del Meridione. `Occorre incentivare gli acquisti nei negozi di vicinato - dice Linguanti - per far si che la gente si riappropri di quel rapporto umano che con i grandi magazzini non può esistere. I piccoli negozi di quartiere offrono anche consigli, continuità e un miglior rapporto prezzo e qualità. Questo é quello che deve spingere i siracusani a scegliere di fare compere nei propri rioni`.
Per rilanciare il commercio a partire dalle prossime settimane, la Confesercenti chiede anche il pieno sostegno degli enti locali e dei commercianti stessi per mettere in moto una sinergia virtuosa. L'esempio positivo di corso Umberto, da quest'estate costellato da nuovi negozi, é emblematico. ‘Non possiamo ancora avere un quadro chiaro della tendenza autunnale in termini di consumi - aggiunge Sandro Romano - anche perché gli indicatori sono affiancati dalle imposte che sicuramente hanno penalizzato i consumi. Siamo certi che, ancora nelle prossime settimane, proseguirà il flusso turistico con il circuito economico ad esso legato e anche questa rappresenta un'occasione da sfruttare. L`auspicio é che la stagione autunnale segni una ripresa. I consumi nella legge del mercato non sono dettati solo da domanda e offerta ma fanno capo anche a quelle che sono le risorse legate alla situazione sociale di un territorio e, oggi, il nostro vive una fase di stasi per ragioni di disoccupazione e precarietà che spinge a non spendere soldi ma ad aumentare i depositi. Speriamo che si possa cambiare strada e certamente il mio invito ai consumatori é quello di evitare il turismo commerciale e di privilegiare i negozi di vicinato e le fiere rionali, chiedendo sempre gli scontrini per difendere il commercio e la legalità`.
E se l`estate chiude con un calo del 10% rispetto al 2014, le previsioni per l'autunno sembrano confermare la tendenza della stagione appena terminata che riprende anche il trend poco roseo degli ultimi anni come
confermano gli addetti ai lavori. ‘I settori più penalizzati restano l'oreficeria, abbigliamento e calzature - dice Linguanti - perché le famiglie hanno poca liquidità e preferiscono fare spese con oculatezza, Senza sprechi. Questo é certamente giusto ma noi speriamo che la tendenza possa essere invertita con l`impegno di tutti, enti pubblici e privati insieme'.
Un appello alla concertazione, dunque, per rilanciare il commercio e mettere in moto un settore nevralgico dell`economia e della crescita sociale. ‘ Occorre sinergia e coraggio - dice Romano - e una buona dose di ottimismo`.