Alcune attività commerciali riportano già la scritta "saldi", altre sono pronte a inserirla nelle loro vetrine. Anche a Siracusa la stagione, che ufficialmente comincerà sabato 3 gennaio, è già partita. Di gente, però, all'interno dei negozi, almeno per il momento, non se ne vede molta.
Molti i commercianti che hanno pensato di "rinfrescare" la memoria ai propri clienti, inviando loro sms o mail per invitarli a non lasciarsi scappare l'opportunità di portare a termine un affare vantaggioso per le loro tasche. Nonostante l'anticipo deciso nel 2015 rispetto al calendario degli scorsi anni, aspettare la data ufficiale significherebbe infatti per gli operatori economici perdere un momento prezioso in cui si respira ancora aria di festa e i turisti sono ben disposti a spendere.
Lo si è notato anche nel Regno Unito dove gli sconti sono iniziati il 26 dicembre con il "Boxing Day", il giorno dopo Natale che dà il via alla stagione dei saldi. A Londra, fin dalle prime ore del mattino, migliaia di persone hanno atteso l'apertura dei centri commerciali e dei grandi magazzini per assicurarsi i prodotti migliori ai prezzi più convenienti. E gli incassi sono già da capogiro.
Situazione diametralmente opposta dalle nostre parti, dove il cosiddetto "prezzo affare" sembra ormai non ingolosire più nessuno. «Inutile illudersi e - dice il presidente di Confcommercio Siracusa Sandro Romano - pensare che gli sconti possano rappresentare la panacea ai mali di un settore che continua, e non certamente per responsabilità proprie, ad arrancare.
La situazione è tremendamente difficile e, se i ribassi di prezzo già attuati, sfiorando in alcuni casi anche il 40%, non hanno sortito gli effetti sperati, un motivo ci sarà. La ragione è che da lungo tempo ormai sentiamo sulla nostra pelle gli effetti di una crisi economica che sta svuotando la città, determinando un costante flusso migratorio verso il nord Italia e altri paesi europei. La classe media si è quasi azzerata e, se continuiamo a dire no ad ogni progetto di investimento e sviluppo, beh, non possiamo sperare che le cose possano caderci dal cielo. In questa città c'è un livello di autolesionismo impressionante».
Uno sfogo in piena regola quello di Romano, che non individua nella E-commerce (gli acquisti online) o nel proliferare di attività cinesi l'acuirsi delle difficoltà, dovute invece ad una situazione di generale impoverimento destinata a peggiorare. «Nel periodo natalizio - conclude Romano - la vendita di prodotti tecnologici per l'infanzia o l'adolescenza si è mantenuta quasi ai livelli dello scorso anno, ma è una situazione circoscritta. Non c'è da stare allegri se pensiamo che la gente è costretta ormai a risparmiare anche sui generi di prima necessità. Non parliamo poi di abbigliamento e oggettistica varia».
Dello stesso avviso anche il presidente di Confesercenti Arturo Linguanti. «Il settore è al collasso e - esclama - se non si pone rimedio, non so proprio dove finiremo. Sono tante le attività che hanno chiuso i battenti, determinando un aumento della disoccupazione e del disagio sociale. A Natale, nel settore alimentare, solo le carni bianche hanno resistito, per il resto tanti prodotti sono rimasti invenduti. La gente ormai è costretta a tirare la cinghia anche sul cibo».
Adiconsum, intanto, ha elaborato un vademecum che aiuta i consumatori a non cadere in eventuali tranelli. Occorre, per iniziare, verificare che sul prodotto sia sempre riportato il prezzo di origine, la percentuale di sconto applicata ed il prezzo finale. «Bisogna poi - rivela il presidente Pietro Giordano - porre attenzione ai prezzi super scontati che spesso nascondono merce non propria nuova e verificare che il prodotto offerto in vetrina sia lo stesso che verrà presentato in negozio. Chi va a caccia di saldi deve controllare che la merce esposta sia la stessa di quella in vendita all'interno, diffidando ci capi di abbigliamento che possono essere solo guardati e non provati, anche se è a discrezione del commerciante consentire o meno di far provare la merce».